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| NON PER QUESTO, QUELLO O ALTRO...
Dio che ti compiaci di ciò che, con follia e ingegno, per diletto spero, son certo tu creasti. Dio che soddisfatto ammiri l’uomo e le altre bestie e le verze e gli aromi e le gocce e i sassi. Dio che arrossisci per le solenni invocazioni; che aggiungi tempo al tempo per soddisfar centinaia di preghiere, assurde, strane; che x mille imprecazioni, concedimi licenza, lo so! T’incazzi. Dio del Cielo e della Terra che la Terra e il Cielo unisti col ponte che si noma Amore. Dio che, per vincer Tedio e Noia, donasti al figliuol tuo diletto.. Guerra.
Dio che insegnasti all’uomo a coltivar la vite e il grano; che, con soddisfatto orgoglio, ti meravigliasti nell’occasion dell’uso: vino e pane! Dio che, di nascosto, osservi, ascolti e muovi i fili.. e il Caso o la Fortuna ci fai temer, sperare. Dio che gli dei creasti per non morire, un dì lontano, solo. Dio che dove vuoi, quando vuoi, se vuoi andar ci lasci. Dio che ci doni speme del paradiso, la certezza del giudizio, giusta punizione.. non per questo e quello o altro ma, a cagion del vero, per atavico dovere. Dio che cadesti, ebbro e cagnolante, dal Cielo sulla Terra e per timor di perdere rispetto, al vecchio che ti chiese lumi rispondesti: son Diabolo e venio dall’Inferno! Dio che sei.. dio e tutto puoi.. mi chiedo e la dimanda a te rimando: anche tu perdesti la ragione quella notte in cui... |
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| S'i fosse fuoco, arderei 'l mondo;
s'i fosse vento, lo tempestarei;
s'i fosse acqua, i' l'annegherei;
s'i fosse Dio, mandereil' en profondo;
s'i fosse papa, allor serei giocondo, ché tutti cristiani imbrigarei;
s'i fosse 'mperator, ben lo farei;
a tutti tagliarei lo capo a tondo.
S'i fosse morte, andarei a mi' padre;
s'i fosse vita, non starei con lui;
similemente faria da mi' madre.
Si fosse Cecco com'i' sono e fui,
torrei le donne giovani e leggiadre: le zoppe e vecchie lasserei altrui.
C.A.
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S'i fosse diabolo... tenteria me stesso! |
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| Ma io non voglio andare fra i matti, — osservò Alice. — Oh non ne puoi fare a meno, — disse il Gatto, — qui siamo tutti matti. Io sono matto, tu sei matta. — Come sai che io sono matta? — domandò Alice. — Tu sei matta, — disse il Gatto, — altrimenti non saresti venuta qui.
L.C. |
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| La vita xe curta e piena de merda come la passerela che usa le galine per andar in caponera. |
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| L'ALTRO LATO DELL'IPERBOLE.
“Vede”, mi diceva dopo un pranzo abbondante in conclusione d’un lungo discorso un grosso signore “vede? la vita ha pure i suoi lati belli. Conviene saperla prendere -- non pretender rigidamente ciò che già ha fatto il suo tempo, ma adattarsi ragionevolmente -- e godere di ciò che il nostro tempo ci offre che nessun tempo ha mai offerto ancora ai propri figli. Fruire di questa maravigliosa comodità della vita, e cogliere fra la varietà aumentata dei piaceri, di questo e di quello con saggia misura; habere -- non haberi, come dicono”.
“Lei è un artista!”.
“Sì, infatti, credo che sono un artista; non che io scriva o dipinga ma -- lei m’intende: artista, artista nell’anima; io ho un buon cuore, pieno di sentimenti gentili coi quali mi rendo poetica ogni situazione e mi faccio bella la vita, mi creo i piaceri ...”.
“Secondo la sua fantasia ...”.
“Ma badiamo! non da eccentrico! ma nella via e nel modo come il nostro provvido tempo facili e leciti ce li offre”.
“Gaudente, ma uomo di mondo”.
“Certo, ma gaudente ... intendiamoci! Bisogna concedere un po' al corpo e un po' allo spirito. -- Oh la poesia e la letteratura sono state sempre la mia passione. Anche la storia! c’è un compiacimento a pensare: “ecco, tutto questo abbiamo fatto noi” e d’altronde constatare la via che s’è fatta per cui la nostra vita s’è evoluta al presente grado di civiltà. E’ una bella cosa, la storia. -- Chissa, se non fossi stato preso nell’ingranaggio amministrativo ... -- Mah. -- Del resto io credo che nel tempo che corre ogni uomo, che voglia camminare col progresso, debba possedere una varia ed eletta coltura umana. Nè debba esser del tutto ignaro delle scienze esatte, per le quali siamo i veri signori del creato e nessun mistero sfugge ormai al nostro occhio”.
“Ma lei è multilatere!”.
“Oh, un dilettante ... “.
“Lei trova tempo per tutto!”.
“Certo! Ma ... bisogna aver la coscienza d’aver fatto il proprio dovere. Oh questo sì, sul dovere non si transige. Altro è compiacersi di letteratura, di scienza, d’arte, di filosofia nelle piacevoli conversazioni -- altro è la vita seria. Come si direbbe: altro la teoria altro la pratica! Io, come vede, mi compiaccio di queste discussioni teoriche, mi diletto degli eleganti problemi etici e mi concedo anche il lusso di scambiare delle proposizioni paradossali. -- Ma badiamo bene -- ogni cosa a suo tempo e luogo. Quando indosso l’uniforme vesto anche un’altra persona. Io credo che nell’esercizio delle sue funzioni l’uomo debba esser assolutamente libero. Libero di mente e di spirito. Nell’anticamera del mio ufficio io depongo tutte le mie opinioni personali, i sentimenti, le debolezze umane. Ed entro nel tempio della civiltà a compiere la mia opera col cuore temprato all’oggettività! Allora io sento di portare il mio contributo alla grande opera di civiltà in pro dell’umanità. E in me parlano le sante istituzioni. Dico bene eh? “.
“Io ammiro la sua fermezza. -- E -- lei non pensa ai suoi interessi?”.
“Lo stipendio ... corre ed è sicuro. E poi, lei sa, gli incerti ... “.
“Già, già -- ma ... e poi quando -- dio lo tenga lontano -- questa sua mirabile fibra sarà affievolita? “.
“C’è la pensione: -- lo Stato non abbandona i suoi fedeli, -- che?”.
“Ma -- scusi se Le suscito brutte immagini -- ma siamo uomini deboli -- nel caso di una malattia -- sa, ce ne sono tante ora in giro ... “.
“Niente, niente -- appartengo a una cassa per ammalati, come tutti i miei colleghi. Il nostro ospedale ha tutti i comodi moderni e si vien curati secondo le più moderne conquiste della medicina. -- Vede?”.
“Ah, -- vedo! ma -- non saprei, i casi son tanti -- capisco che siamo difesi dalle leggi -- pure -- i furti sono all’ordine del giorno”.
“Sono assicurato contro il furto”.
“Ah! ma ... e ... metta il caso d’un incendio”.
“Assicurato contro il fuoco”.
“Perbacco! Ma -- un cavallo -- scusi, volevo dire: “un automobile” che c’investe; un tegolo ... “.
“Assicurato contro gli accidenti”.
“Ma infine morire -- moriamo tutti!”.
“Fa niente, sono assicurato pel caso di morte”.
“Come vede”, aggiunse poi trionfante, sorridendo del mio smarrimento, “sono in una botte di ferro, come si suol dire”.
Io rimasi senza parole, ma nello smarrimento mi lampeggiò l’idea che il vino prima d’entrar nella botte passò sotto il torchio”
C.M. |
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| DELLA LIBERA MORTE
Molti muoiono troppo tardi, e alcuni troppo presto. Ancora suona insolita questa dottrina: Muori al momento giusto! Muori al momento giusto: Così insegna Zarathustra. Certo, colui che mai vive al momento giusto, come potrebbe morire al momento giusto? Non fosse mai nato! - Questo consiglio io do ai superflui. Ma anche i superflui si danno grande importanza quando muoiono, e anche la più vuota delle noci vuol essere schiacciata. Per tutti, morire è una cosa importante: ma la morte non è ancora una festa. Gli uomini non hanno ancora imparato come si consacrano le feste più belle. Io vi mostro la morte come adempimento, la morte che per i vivi diventa uno stimolo e una promessa. Colui che adempie la sua vita, morrà la sua morte da vittorioso, circondato dalla speranza e dalle promesse di altri. Così si dovrebbe imparare a morire: e non vi dovrebbe essere festa alcuna, senza che un tal morente non consacrasse i giuramenti dei vivi! Questa è la morte migliore; quindi viene: morire in battaglia e profondere un'anima grande. Ma la vostra morte ghignante, che si avvicina furtiva come un ladro, e tuttavia viene come una padrona, - è odiosa tanto al combattente quanto al vincitore. Vi faccio l'elogio della mia morte, la libera morte, che viene a me, perché io voglio.
F.W.N.
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| peripeziescritte@gmail.com |
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| Che cosa é la verità?
Inerzia; l'ipotesi che ci rende soddisfatti; il minimo dispendio di forza intellettuale.
F.W.N. |
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| Che accadrebbe se, un giorno o una notte, un demone strisciasse furtivo nella più solitaria delle tue solitudini e ti dicesse: "Questa vita, come tu ora la vivi e l’hai vissuta, dovrai viverla ancora una volta e ancora innumerevoli volte, e non ci sarà in essa mai niente di nuovo, ma ogni dolore e ogni piacere e ogni pensiero e sospiro, e ogni indicibilmente piccola e grande cosa della tua vita dovrà fare ritorno a te, e tutte nella stessa sequenza e successione - e così pure questo ragno e questo lume di luna tra i rami e così pure questo attimo e io stesso. L’eterna clessidra dell’esistenza viene sempre di nuovo capovolta e tu con essa, granello della polvere!". Non ti rovesceresti a terra digrignando i denti e maledicendo il demone che così ha parlato? Oppure hai forse vissuto una volta un attimo immenso, in cui questa sarebbe stata la tua risposta: "Tu sei un Dio e mai intesi cosa più divina"? Se quel pensiero ti prendesse in suo potere, a te, quale sei ora, farebbe subire una metamorfosi, e forse ti stritolerebbe; la domanda per qualsiasi cosa: "Vuoi tu questo ancora una volta e ancora innumerevoli volte?" graverebbe sul tuo agire come il peso più grande! Oppure, quanto dovresti amare te stesso e la vita, per non desiderare più alcun’altra cosa che questa ultima eterna sanzione, questo suggello?
F.W.N. |
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| Vuoi la verità? La verità è una spada: ferisce e uccide. Vuoi la Verità? Sei pronto a uccidere o ferire? E se anche l'altro è armato - veritatis suae - sei pronto ad essere ferito, a morire?
Vuoi la Verità? Devi sapere che, inevitabilmente, scorrerà del sangue. |
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| All movement is accomplished in six stages
And the seventh brings return
The seven is the number of the young light
It forms when darkness is increased by one
Change return success
Going and coming without error
Action brings good fortune
Sunset, Sunrise
S.B. |
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